di: Redazione | 8 Maggio 2020
Le misure di distanziamento sociale prese da quasi tutti i governi d’Africa per contrastare la diffusione del Covid19 nel continente stanno costando all’economia dell’Africa 65 miliardi di dollari, ovvero il 2,5% del prodotto interno lordo, ogni mese.
Lo ha detto ieri la Segretaria Generale della Commissione Economica per l’Africa delle Nazioni Unite, Vera Songwe, durante una videoconferenza (alla quale ha partecipato anche InfoAfrica/Africa e Affari) organizzata per cominciare a ragionare su possibili piani di uscita dal blocco e sulle modalità con cui limitare il danno economico e sociale.
All’incontro erano presenti il ministro degli Esteri spagnolo, la signora Arancha Gonzalez Laya, il ministro delle Finanze del Rwanda, Uzziel Ndagijimana, e l’Amministratore delegato dell’Agenzia per un nuovo partenariato in Africa (NEPAD).
Tutti i partecipanti hanno concordato che l’Africa non sarà in grado di sostenere blocchi prolungati, soprattutto perché il 40% della popolazione del continente sta lottando per sopravvivere ogni giorno mentre le carenze alimentari aumentano.
“Se si guarda all’Africa appare chiaro che il continente è stato colpito prima dalle conseguenze economiche della malattia che dalla malattia stessa, una prospettiva opposta a quanto accaduto in Europa”: ha sottolineato il presidente esecutivo di AllAfrica Global Media, Amadou Mahtar Ba.
I temi principali emersi durante la mattinata di lavori sono stati quelli del peso del debito, ma soprattutto della difficoltà di sostenere e aiutare il mondo dell’informale così diffuso nel continente: chi possiede un lavoro informale o chi vive in un insediamento informale (slum).
Ad aprire i lavori è stato il ministro degli Esteri spagnolo, la signora Arancha Gonzalez Laya, ribadendo che contro questo virus “nessuno è salvo finché non siamo salvi tutti”.
Al ministro degli Esteri spagnolo ha fatto eco la Segretaria Generale della Commissione Economica per l’Africa delle Nazioni Unite (UNECA), Vera Songwe, secondo la quale “dobbiamo spendere ora perché se non lo facciamo la ferita sarà ancora più profonda. Sono convinta anche io che servano sospensione del debito, e tutti gli strumenti economici e finanziari a disposizione. Sospendere il pagamento del debito libera immediatamente risorse per molti governi africani, per acquistare e distribuire cibo alle popolazioni. Dobbiamo anche tenere conto che tutte le previsioni che facciamo oggi rischiano di essere obsolete domani, vista la rapidità del virus che i numeri dell’Africa stanno cominciando a salire adesso. Dobbiamo proteggere le vite ma anche proteggere un’economia che poi si possa riprendere”. [Redazione InfoAfrica/Africa e Affari] © Riproduzione riservata
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