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Africa: focus sanità, la questione dei farmaci contraffatti

di: Redazione | 27 Agosto 2020

AFRICA – È sempre più alta l’attenzione nel continente sulla contraffazione dei farmaci, cioè medicinali adulterati o privi di principi attivi. Un fenomeno che ha un grave impatto economico e conseguenze ancora più catastrofiche sulla salute pubblica della popolazione.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il commercio globale di farmaci contraffatti vale almeno quattro miliardi di dollari, con l’Africa che è tra le regioni più colpite: tra il 2013 e il 2017 ben il 42% di tutti i medicinali falsi segnalati all’Oms dalle diverse autorità sanitari nazionali proveniva infatti proprio dal continente. Più difficile è valutare l’effettiva circolazione dei farmaci contraffatti in Africa, ma in base a diverse stime si ritiene che almeno un medicinale su dieci sia alterato o falsificato, mentre 160.000 sarebbero ogni anno le vittime nel continente a causa della loro diffusione.

Prodotti che provengono soprattutto da Cina e India, ma anche da Turchia ed Emirati Arabi Uniti, e che non è difficile trovare sulle bancarelle dei mercati locali ma anche nelle farmacie autorizzate, a volte ignare di quanto stanno acquistando e altre volte complici, a un costo inferiore anche del 90% rispetto al prezzo di quelli veri. La precaria legislazione, i sistemi sanitari scadenti e la povertà diffusa facilitano ulteriormente la crescita di questo mercato letale.

Il problema è ben chiaro ai governi africani, come dimostra anche l’aumento dei casi di sequestri. Se nel 2018 in Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Liberia e Sierra Leone sono state sequestrate 19 tonnellate di medicinali contraffatti, l’anno successivo negli stessi Paesi è stata intercettata una quantità cinque volte superiore.

Una battaglia lunga e difficile che, oltre alle attività di repressione, dev’essere accompagnata dalla nascita e dallo sviluppo di un’industria farmaceutica locale, capace di produrre medicinali di qualità e a prezzi abbordabili, all’interno di un quadro di controlli efficace e di una fattiva cooperazione regionale.

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