Infrastrutture: la situazione, il gap da colmare e gli spazi per l’Italia
È il vero nodo da sciogliere per srotolare lo sviluppo africano e renderlo stabile e generalizzato. Costruire e aggiornare la rete infrastrutturale del continente è una necessità non più rinviabile e anche un’occasione per gli investimenti internazionali.
Se infatti l’insufficiente rete infrastrutturale dei paesi africani rappresenta una delle ombre più scure che si allungano sul futuro, dall’altro essa rappresenta anche una grande opportunità per i prossimi anni. Recentemente uno studio del gruppo di consulenza Deloitte e Touche ha definito l’Africa “il polo di investimenti del futuro”. E le infrastrutture giocano la parte del leone, a cominciare da energia, trasporti e telecomunicazioni.
Il boom delle infrastrutture ha portato a un volume globale di investimenti pari a circa 163 miliardi di euro in 322 megaprogetti noti al 30 giugno 2013. La maggior parte di questi investimenti è registrata in Africa australe, seguita dall’Africa orientale, mentre l’Africa centrale è la regione che ne ha beneficiato meno. A sfatare una serie di luoghi comuni è bene evidenziare che il maggior numero dei progetti – il 59% – è frutto degli stessi governi africani, nel 39% dei casi frutto degli investitori privati, e nel 4% frutto di partenariati pubblico-privato.
La Cina genera il volume di investimenti più consistente con quasi 32 miliardi di euro, ma non è coinvolta nel maggior numero di progetti (il 17% contro il 37% per Europa e Stati Uniti). I grandi progetti infrastrutturali che disegneranno l’Africa dei prossimi 50 anni sono un’occasione imperdibile per gli africani, ma anche per le aziende internazionali e per i fondi di investimento, in un momento in cui quasi tutte le altre zone del pianeta presentano una stagnazione preoccupante. Perché le infrastrutture africane diventino un’occasione per tutti è necessaria solo un po’ di chiarezza in più: nella gestione dei fondi, delle gare, dei progetti e dei lavori.
In questo Focus:
- Più strade e porti, energia e ferrovie da qui passa il futuro del continente
- Regole chiare e uguali per tutti così si cresce con la nuova Africa – Intervista a Cesare Trevisani (AD del Gruppo Trevi)
- La storia di Kintelé, città made in Italy esempio di filiera integrata e unitaria
- Un fondo sovranazionale e garantito per ottenere la fiducia degli investitori – Parla il consulente finanziario dell’East African Community (EAC)
- Le grandi promesse del Lapsset il corridoio est sta prendendo forma – Reportage da Lamu (Kenya)
- Grandi opportunità e potenzialità ma soffriamo l’assenza del sistema – Intervista a Paolo Porcelli (CEO di CMC Southern Africa)
- Presenza, soldi e pragmatismo si allarga l’orma cinese in mozambico – Reportage da Maputo (Mozambico)
In questo numero:
- Africa-cina, gli scambi commerciali schizzano oltre i 200 miliardi di dollari – Si fa più forte la presenza di Pechino ma si modifica la tipologia degli investimenti: un recente studio di una università sudafricana ha evidenziato un cambiamento in atto che vede le aziende private cinesi affiancare l’azione delle società statali del gigante asiatico.
- Omosessualità, un diritto occidentale? ne abbiamo parlato a tavola, a Nairobi – All’indomani della firma in Uganda di una legge anti-gay che ha sollevato polemiche e reazioni internazionali, un giornalista di ‘Africa e Affari’ si è trovato a discuterne con i commensali di un ristornate keniano. Un’interessante occasione di confronto.
- Zoom/Sudafrica – Anc verso una nuova vittoria elettorale nonostante Zuma e l’ex malema
- Zoom/Rwanda – A 20 anni dal genocidio, l’economia cresce ma la ricchezza non è per tutti
- Zoom/Mozambico – Transizione economica e politica, Guebuza e Frelimo puntano su Nyussi
Dentro l’Africa:
- Kenya, un miliardo di dollari per la rete elettrica nazionale pag. 36
- Piace sempre più lo zucchero in Etiopia pag. 38
- Difesa, il gruppo Saab atterra a Gaborone pag. 40
- Angola, il nuovo aeroporto di Luanda solo nel 2016 pag. 42
- Commercio al dettaglio, le migliori opportunità in Rwanda e Nigeria pag. 44
- Il re del Marocco ad Abidjan, più cooperazione pag. 46
- l’Africa Uganda, le rimesse petrolifere per sviluppare l’agricoltura pag. 48