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Vertice Italia-Africa: un dialogo per costruire strade condivise di crescita

di: Redazione | 26 Gennaio 2024

Una sede istituzionale d’eccezione, palazzo Madama, ospiterà i lavori del vertice il 29 gennaio: i saluti istituzionali di rito, con le delegazioni africane accolte sia dal Capo dello Stato Sergio Mattarella che dalla seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, oltre che dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, e cinque panel di alto livello per approfondire quelli che, per l’Italia, sono i temi centrali della “nuova cooperazione” con l’Africa del suo Piano Mattei. Un Piano che, secondo quanto promesso dal governo, sarà presentato proprio durante questo vertice. 

La tradizionale cena presso la Presidenza della Repubblica, dove domenica 28 gennaio sono attesi una sessantina di ospiti africani, tra capi di stato e di governo, ministri e rappresentanti di istituzioni internazionali, sarà solo il preludio alla IV Conferenza Italia-Africa, che entrerà nel vivo lunedì al Senato della Repubblica. 

La scelta del Senato non è casuale e, con l’organizzazione dell’evento in capo interamente a palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio, restituisce l’impegno dei più alti vertici dello Stato nello stabilire questo “cambio di paradigma” nei rapporti con l’Africa. Ma c’è anche un’altro obiettivo, quantitativo ma strategico: fare meglio del vertice Russia-Africa di San Pietroburgo del luglio 2023. 

L’Assemblea dell’Unione Africana ad Addis Abeba

Dopo i saluti istituzionali di rito, sarà presente in Aula anche la vice-segretaria generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed, i partecipanti avranno cinque sessioni di lavoro su cinque diversi macrotemi: cooperazione, sviluppo economico e infrastrutture, introdotto per l’Italia i ministri Salvini, Giorgetti e Urso, sicurezza alimentare, aperto dai ministri Tajani e Lollobrigida, sicurezza e transizione energetica, introdotto da Pichetto Fratin, formazione professionale e culturale, con la ministra Bernini e i ministri Valditara e Sangiuliano, flussi migratori e lotta al terrorismo, aperto dai ministri Piantedosi e Crosetto. 

Dall’Africa sono attesi dei veri pesi massimi della politica: il presidente delle Comore, e dell’Unione Africana, Azali Assoumani, il presidente senegalese Macky Sall e il premier etiopico Abiy Ahmed, ma anche Nana Akufo Addo dal Ghana, Denis Sassou Nguesso dalla Repubblica del Congo e, dalla vicina Repubblica Democratica del Congo, Felix Thisekedi. Dal Corno d’Africa, sono attesi il somalo Hassan Sheikh Mohamud e l’eritreo Isaias Afwerki. Ci saranno anche il keniano William Ruto e il mozambicano Filipe Nyusi ma anche paesi con i quali, tradizionalmente, l’Italia non ha rapporti approfonditi, come la Guinea Equatoriale. A un livello di rappresentanza panafricana ci saranno il presidente della Commissione dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat, e il presidente della Banca africana di sviluppo (AfDB) Akiwumi Adesina, che parteciperà anche ad altri incontri di lavoro, come a un evento il giorno dopo il vertice previsto presso la sede di Confindustria Assafrica. 

Al Senato ci sarà tanta Africa ma anche tanta Europa: è infatti stata confermata la presenza dei vertici dell’Unione Europea, Ursula Von Der Leyen, Charles Michel e Roberta Metsola, ed è prevista una fittissima agenda di incontri bilaterali e trilaterali per discutere dei tantissimi temi relativi ai rapporti euro-africani. Dal debito ai flussi migratori, fino agli investimenti diretti esteri e ai “nuovi” giganti internazionali che operano in Africa, in particolare Russia e Cina, queste questioni, pur non presenti nell’agenda ufficiale del vertice romano, saranno centrali nei bilaterali. E, più in generale, sono l’architrave di un effettivo “nuovo corso di cooperazione” tra Italia, ed Europa, e Africa.

Si notano certamente alcune assenze importanti: mancano i paesi saheliani, con i quali l’Italia fino a pochi anni fa poteva vantare rapporti privilegiati finiti con la fine della democrazia e l’avvento delle giunte militari. Manca il Niger, dove un contingente italiano è ancora presente e il cui ex-presidente, poi deposto, Mohamed Bazoum era stato ricevuto a Roma con tutti gli onori poco più di un anno fa, presentato all’opinione pubblica come il cavallo vincente dell’Europa nella sua lotta all’immigrazione irregolare, e mancano i rappresentanti anche di Mali, Burkina Faso, Guinea e Sudan mentre ancora non confermata è la presenza, o meno, di rappresentanti dalla Repubblica Centrafricana. Paesi, questi, dove il peso della Russia è sempre maggiore, a discapito soprattutto della cooperazione con le democrazie europee. Sarà un’assenza che si sentirà soprattutto a fine giornata, quando i ministri Piantedosi e Crosetto guideranno il panel in materia di sicurezza e flussi migratori: il Sahel, da regione chiave per una strategia, è diventato un problema da gestire in termini politici, oltre che di sicurezza. 

[di Andrea Spinelli Barrile]

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