di: Redazione | 19 Febbraio 2024
Per la prima volta dopo anni, una delegazione dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) ha potuto realizzare una missione in Somalia al di fuori dell’area iper-protetta dell’aeroporto di Mogadiscio, che negli ultimi decenni ha rappresentato l’unico hub sicuro per ambasciate, agenzie di cooperazione e operatori umanitari da cui era possibile uscire solo limitatamente e adottando estreme misure di sicurezza.
Insieme all’ambasciatore italiano in Somalia, Pier Mario Daccò Coppi, il direttore della sede Aics di Nairobi, Giovanni Grandi, e la vice Valeria Buoninfante, hanno potuto quindi realizzare, sempre accompagnati dalla scorta, una tre giorni di visite, incontri istituzionali e monitoraggio di iniziative in corso in uno dei Paesi prioritari della Cooperazione italiana.
Una prima visita si è realizzata al De Martino di Mogadiscio, il più antico e principale ospedale del Paese storicamente supportato dalla Cooperazione Italiana. I numerosi interventi italiani hanno consentito, tra gli altri, la costruzione di un reparto di pediatria recentemente inaugurato, la fornitura di medicinali anche durante la pandemia di Covid-19, e il funzionamento generale della struttura.
La visita – si legge in una nota di Aics – è stata accompagnata dal ministro della Sanità e della Previdenza Sociale del Governo Federale della Somalia, Ali Haji Adan, insieme al direttore generale del ministero della Salute, Guled Abdijaliil, con l’obiettivo di identificare una nuova fase nella collaborazione tra i due Paesi, caratterizzata da una graduale transizione verso “l’ownership della struttura” da parte delle autorità somale.
Un altro incontro si è realizzato presso l’Università Nazionale Somala (Uns) con il rettore Hassan Osman Gagal per discutere possibili ulteriori forme di collaborazione. La Cooperazione Italiana infatti è intervenuta fin dagli anni Settanta a sostegno della struttura, anche in partenariato con Università italiane, sviluppando corsi universitari di italiano, sostenendo la costruzione e riqualificazione di infrastrutture e realizzando un imponente archivio digitale per la sistematizzazione della conoscenza della lingua somala, in un’ottica di riaffermazione dell’identità nazionale.
La missione – si legge ancora – è stata anche l’occasione per effettuare una ricognizione sui siti di diverse strutture legate all’Italia, dal Consolato alla scuola di italiano alla cosiddetta Casa Italia, imponente centro comunitario che per anni ha rappresentato un centro di aggregazione sociale per gli italiani in Somalia.
“Questa visita – si legge nella nota – rappresenta un ulteriore passo per il rafforzamento delle relazioni con la Somalia, e la sua buona riuscita è la testimonianza del fatto che forse, al di là delle enormi sfide che il Paese deve affrontare, legate anche a shock naturali e alla presenza di cellule terroristiche, qualcosa pian piano sta cambiando”.
“Il governo somalo sta diventando progressivamente un soggetto partner per la realizzazione di iniziative di cooperazione” ha affermato Giovanni Grandi. “Con il raggiungimento del Punto di Completamento HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) a dicembre 2023, grazie al quale il governo somalo è tornato ad essere eleggibile per contrarre prestiti concessionali con le banche di sviluppo, speriamo di vedere gradualmente sbloccato il potenziale che consentirà la crescita del Pil nel lungo periodo e il rafforzamento del bilancio dello Stato. La Cooperazione italiana vuole essere presente ed investire in questo cambiamento”. [Da Redazione InfoAfrica]
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