di: Redazione | 30 Novembre 2015
ETIOPIA – Un’invidiabile media, il 10,9% di crescita annua del Pil negli ultimi dieci anni, e margini per fare anche meglio. Un rapporto della Banca Mondiale promuove a pieni voti la politica economica attuata dal governo etiopico che ha staccato il paese dalla posizione di secondo paese più povero del mondo che occupava ancora nel 2000. Da allora strada ne è stata fatta tanta e nel periodo 2004-2014 l’aumento medio del prodotto interno lordo ha sfiorato l’11%.
“L’Etiopia è in corsa per il titolo, il nostro paese sta superando il percorso impegnativo di sviluppo, è pronto a rompere nuovi record del mondo, proprio come i famosi corridori di lunga distanza” commenta Abraham Tekeste, il vice commissario per la Pianificazione, usando una metafora che ben si addice a una terra che ha sfornato tanti campioni di atletica.
Secondo la Banca Mondiale, dopo aver fatto tanta strada l’Etiopia si appresta entro il 2025 ad entrare nel novero dei paesi a medio reddito., fornendo lavoro a una massa sempre più numerosa di abitanti, portando sviluppo anche nelle zone rurali, riducendo la mortalità infantile e maternale, e cominciando a esportare energia nei paesi vicini grazie alle imponenti dighe realizzate o in fase di costruzione.
“Abbiamo una visione chiara, condivisa e di lungo termine – ha aggiunto Tekeste nel corso di un’audizione presso la Commissione per la pianificazione – il nostro governo è impegnato per una crescita centrata sullo sviluppo economico, sulla trasformazione e sull’eradicamento della povertà”.
L’Etiopia sta di fatto portando Avanti una politica che fa perno su agricoltura e industria e su un grosso sforzo infrastrutturale. Quest’ultimo è stato reso possibile anche da minori spese per la difesa e aumento delle esportazioni. Fattori che, insieme all’espansione dell’educazione secondaria hanno contribuito ad abbassare la percentuale di popolazione che vive al di sotto della linea di povertà dal 44% del 2000 al 30% del 2011.
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