di: Redazione | 15 Marzo 2016
ETIOPIA – “Ci vorrebbero tanti Salini in Etiopia”: così il primo ministro etiope Hailemariam Desalegn, ieri, durante il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ufficialmente lanciato un invito alle imprese italiane a recarsi nel paese e contribuire allo sviluppo etiopico.
Il riferimento all’azienda di costruzioni romana, la Salini costruzioni, oggi Salini Impregilo, non è casuale dal momento questa azienda – responsabile sia nel passato che oggi, della realizzazione di alcune delle più importanti infrastrutture energetiche del paese – in Etiopia è quasi un’istituzione.
E’ di questi giorni l’annuncio, da parte della stampa etiope (ma su cui InfoAfrica ha ottenuto conferme ufficiose), che sarà proprio la Salini a realizzare l’ultimo grande progetto energetico messo in cantiere dal governo etiope: la costruzione della nuova Gibe IV. Una diga con centrale idroelettrica annessa dal costo di due miliardi di dollari e in grado di generare 2000 MW di elettricità.
“Auspichiamo la creazione di un parco industriale italiano”, ha detto Desalegn durante l’incontro con le delegazioni, facendo riferimento ai distretti produttivi che il governo centrale intende realizzare intorno ad Addis Abeba e che al momento sono in discussione anche con la Cina, l’India, la Turchia e l’Egitto.
E in attesa di vedere se l’invito del premier etiope verrà raccolto, è innegabile che la presenza delle aziende italiane in Etiopia stia crescendo.
Alla principale Fiera di Addis Abeba tenuta solo qualche settimana fa, erano presenti oltre 50 aziende italiane, “e molte altre erano in lista d’attesa” sottolinea Alessia Bianchi, direttrice dell’Ufficio ICE in Etiopia.
Durante i colloqui ufficiali avuti ieri tra le delegazioni italiane ed etiopiche, quando si è parlato di questioni economiche si è affrontato anche il tema della collaborazione in ambito formativo.
“L’Etiopia ha una popolazione molto giovane. Abbiamo bisogno di ingegneri, di architetti, di periti agrari. Abbiamo bisogno di formare personale specializzato per poter costruire il nostro sviluppo” ha detto a InfoAfrica una fonte della delegazione etiopica.
Dall’invio in Etiopia di personale specializzato ormai in pensione, alla realizzazione di una collaborazione più stretta tra le università italiane e quelle etiopiche, il tema della cooperazione nel campo della cultura e dell’istruzione ha fatto da sfondo alle questioni politiche, di sicurezza ed economiche.
Il riferimento all’azienda di costruzioni romana, la Salini costruzioni, oggi Salini Impregilo, non è casuale dal momento questa azienda – responsabile sia nel passato che oggi, della realizzazione di alcune delle più importanti infrastrutture energetiche del paese – in Etiopia è quasi un’istituzione.
E’ di questi giorni l’annuncio, da parte della stampa etiope (ma su cui InfoAfrica ha ottenuto conferme ufficiose), che sarà proprio la Salini a realizzare l’ultimo grande progetto energetico messo in cantiere dal governo etiope: la costruzione della nuova Gibe IV. Una diga con centrale idroelettrica annessa dal costo di due miliardi di dollari e in grado di generare 2000 MW di elettricità.
“Auspichiamo la creazione di un parco industriale italiano”, ha detto Desalegn durante l’incontro con le delegazioni, facendo riferimento ai distretti produttivi che il governo centrale intende realizzare intorno ad Addis Abeba e che al momento sono in discussione anche con la Cina, l’India, la Turchia e l’Egitto.
E in attesa di vedere se l’invito del premier etiope verrà raccolto, è innegabile che la presenza delle aziende italiane in Etiopia stia crescendo.
Alla principale Fiera di Addis Abeba tenuta solo qualche settimana fa, erano presenti oltre 50 aziende italiane, “e molte altre erano in lista d’attesa” sottolinea Alessia Bianchi, direttrice dell’Ufficio ICE in Etiopia.
Durante i colloqui ufficiali avuti ieri tra le delegazioni italiane ed etiopiche, quando si è parlato di questioni economiche si è affrontato anche il tema della collaborazione in ambito formativo.
“L’Etiopia ha una popolazione molto giovane. Abbiamo bisogno di ingegneri, di architetti, di periti agrari. Abbiamo bisogno di formare personale specializzato per poter costruire il nostro sviluppo” ha detto a InfoAfrica una fonte della delegazione etiopica.
Dall’invio in Etiopia di personale specializzato ormai in pensione, alla realizzazione di una collaborazione più stretta tra le università italiane e quelle etiopiche, il tema della cooperazione nel campo della cultura e dell’istruzione ha fatto da sfondo alle questioni politiche, di sicurezza ed economiche.
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