di: Redazione | 19 Luglio 2017
Pert Engineering ha fatto parte della delegazione coordinata dall’Agenzia ICE e composta da quindici aziende italiane in occasione della 41° edizione della fiera internazionale di Dar es Salaam ‘Saba Saba’, che si è svolta dal 28 giugno all’8 luglio in Tanzania. Attiva da più di 20 anni, la società, con sede a Tavagnacco in provincia di Udine, è specializzata in ingegneria e costruzione macchine per la siderurgia e impianti di trattamento acque. InfoAfrica ha intervistato Flavia Ballico, Responsabile amministrativo e finanziario dell’azienda, pochi giorni prima dell’inizio della manifestazione.
Perché in Tanzania?
Siamo presenti in Tanzania perché riteniamo che sia uno dei paesi africani che si sta muovendo più rapidamente. Collaboriamo da anni alle iniziative promosse dall’Agenzia ICE e in questo caso vogliamo valutare se ci saranno opportunità di investimento nel settore idrico.
Siete presenti in altri paesi africani?
Operiamo in Etiopia, Ghana, Costa D’Avorio ma anche nell’Africa del nord, in Algeria, Tunisia ed Egitto. L’Africa del nord ha caratteristiche di gestione più complicate per motivi culturali spesso approssimativi, mentre i Paesi del centro e del sud del continente spesso sono più seri ed affidabili.
Avete avuto altre esperienze di fiere tramite l’Agenzia ICE?
Siamo stati in Mozambico, Etiopia, Tanzania, Camerun, Uganda ed Eritrea (Paese che dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione), in Kenya, Sudafrica, Angola e Gabon. Riteniamo che ICE conduca molto correttamente queste fiere e che siano molto utili per noi aziende, anche se purtroppo l’aspetto più carente è il dopo fiera. Avremmo bisogno di qualcuno che riesca a seguirci al rientro in Italia, per esempio nei rapporti con le ambasciate o con figure con adeguate conoscenze del territorio che possano indirizzarci. Spesso ci troviamo lasciati un po’ allo sbando…
Quali sono le vostre aspettative da questa fiera?
Siamo aperti a qualsiasi opportunità di investimento in questo Paese, nonostante siamo ben coscienti che si tratta di una realtà difficile e che non torneremo probabilmente a casa con un ordine. Ci vorrà tempo. Se ci saranno o nasceranno collaborazioni, sarà già un ottimo risultato, come ad esempio stiamo già facendo con una onlus di Udine per un grosso progetto sull’acqua: loro hanno messo i materiali noi lo studio e il montaggio.
Per quale motivo la vostra azienda ha deciso di internazionalizzare?
Lavorare con il mondo aiuta ad aprire la mente e bisogna internazionalizzare per costruire. Oggi internazionalizzare è meno semplice perché c’è meno liquidità. I prodotti italiani e tedeschi sono ben considerati ma soffrono della concorrenza asiatica, nettamente più economica. Eppure capita spesso che le aziende africane che si rivolgono all’Asia tornino in un secondo momento da noi per la qualità e la durata dei nostri prodotti, sebbene siano più cari, sia per la manodopera che per la tassazione. Il ruolo di Sace (società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, ndr) è fondamentale ma dovrebbero seguire con maggiore attenzione le piccole e medie imprese. Dall’Italia abbiamo bisogno di meno promesse e di più cura nel monitoraggio degli investimenti e nel percorso del denaro. So che comporta tempo e personale ma è fondamentale. Io mi metto anche a disposizione per formare e fare scuola lì sul territorio. Lo dica questo!
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