di: Redazione | 28 Settembre 2017
Ha promesso acqua ed elettricità per tutti, 1,5 milioni di posti di lavoro e oltre 4,mila chilometri di nuove strade il governo entrato in carica per i prossimi sette anni in Rwanda.
Nella continuità della presidenza di Paul Kagame, l’uomo forte del Paese dal dopo-genocidio del 1994, il primo ministro Edouard Ngirente ha presentato ieri davanti al Parlamento di Kigali le linee guida del suo programma di governo, basato su tre pilastri: l’economia, gli affari sociali e il buon governo.
Gli assi dell’ambizioso programma che l’esecutivo di Kigali intende portare avanti seguono il programma Visione 2020, il programma nazionale 2030, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’agenda 2063 dell’Unione Africana e quella della Comunità dell’Africa orientale per il 2050.
Per raggiungere l’obiettivo dell’1,5 milioni di posti di lavoro, si punterà sul settore delle costruzioni, sulla promozione dell’industria, dell’allevamento, e sulle infrastrutture stradali. Oltre ad acqua ed elettricità per tutti, il governo promette anche centri sanitari in 17 aree rurali del Paese tuttora sprovviste. Se la capitale Kigali una delle più moderne dell’Africa, nel resto del Paese delle mille colline il livello di povertà e di arretratezza è ancora elevato.
Il Parlamento di Kigali è ampiamente dominato dalla maggioranza presidenziale in seno a Fronte patriottico ruandese (Fpr) e dagli alleati. In questi giorni fa notizia l’arresto di un’oppositrice, Diane Rwigara, accusata di attentato alla sicurezza dello Stato, false firme e frode fiscale. Diane Rwigara aveva presentato la propria candidatura alle elezioni presidenziali dello scorso agosto, ma era stata respinta. Numerosi oppositori al presidente Kagame hanno finora sperimentato il carcere e l’assenza di libertà politica è uno dei rimproveri più diffuso nei confronti del regime di Kigali.
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