di: Redazione | 25 Luglio 2023
È stato battezzato “Processo il Roma” il percorso avviato domenica nella capitale italiana attorno a una tavola rotonda internazionale che ha visto riuniti presso la sede della Farnesina i rappresentanti di oltre 20 Stati, tra cui Paesi africani e in particolare del Sahel, del Golfo, dell’Unione africana e dell’Unione europea, unitamente a rappresentanti del governo italiano sotto la guida della Premier, Giorgia Meloni. Gestione del fenomeno migratorio e sviluppo sono state le parole chiave di questa conferenza, organizzata da Palazzo Chigi, che ha accolto l’invito lanciato nei mesi scorsi dal presidente tunisino Kais Saied a radunarsi per affrontare lo spinoso tema della migrazione irregolare e dei modi per contrastarlo.
“Per affrontare le grandi sfide è necessario lavorare insieme” ha detto Giorgia Meloni nel suo discorso ufficiale, dando il via a una “iniziativa unica nel suo genere” e a un processo in fase iniziale, che deve essere aperto ad altri contributi. I discorsi della prima sessione dei lavori, aperti alla stampa in collegamento streaming, sono stati tenuti dal presidente tunisino Kais Saied, mauritano Mohamed Ould Ghazouani, dal presidente del consiglio presidenziale della Libia Mohamed Al Manfi , dal primo ministro ad interim della Libia, Abdul Hamid Mohammed Dbeibah, e dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen.
“Inauguriamo oggi un dialogo tra pari basato sul reciproco rispetto”, perché quello tra Ue e Mediterraneo allargato “non può essere un rapporto competitivo o addirittura conflittuale”, ha detto la presidente del Consiglio. Meloni ha parlato di interesse convergenti, di opportunità comuni, da esplorare sulla base di un rapporto franco e onesto. Riferendosi all’Europa o all’Occidente in generale, Meloni ha ammesso che si è dato in passato “l’impressione che il tema della migrazione illegale fosse un tema che contrapponeva i Paesi di partenza e di transito e i Paesi di approdo”.
“L’immigrazione illegale di massa danneggia tutti, nessuno ne trae vantaggio se non le organizzazioni criminali e che poi utilizzano la loro forza contro gli Stati”, ha poi sottolineato, toccando il tema poi ripreso da tutti i relatori ufficiali, ovvero quello della lotta alle reti di trafficanti. “Dobbiamo occuparci dei nostri Stati ma anche del destino delle persone”, ha poi precisato, fornendo punti precisi di discussione: contrasto all’immigrazione illegale, gestione dei flussi illegali, sostegno ai profughi e ai rifugiati, rafforzare la collaborazione tra servizi giudiziari e di polizia, auspicando peraltro un coordinamento delle nostre reti di intelligence per colpire le reti finanziarie. Lo scafista è l’ultimo anello”, ha sottolineato la Premier.
Meloni ha insistito su un altro punto fondamentale: “una cooperazione ad ampio raggio per lo sviluppo in Africa e nei Paesi di provenienza, affrontando la questione alla radice. In un’epoca i cui si presta attenzione al diritto a migrare, non prestiamo abbastanza attenzione al diritto a non dover emigrare”, ha osservato Giorgia Meloni.
L’approccio presentato dalla leader di Fratelli d’Italia è quello di un partenariato “non predatorio, multidimensionale, non paternalistico, in cui le responsabilità sono condivise, la fiducia reciproca e la tutela della legalità”. Un approccio che potrà “offrire nuove opportunità di immigrazione legale, sulla base di una gestione fondata sulla cooperazione tra di noi”, perché ha ricordato Meloni, l’Europa ha bisogno di immigrazione”. [Da Redazione InfoAfrica]
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