di: Redazione | 24 Ottobre 2016
Ha definito non plausibili e non vere il governo del Sudan le accuse di Amnesty International sull’uso di armi chimiche da parte dell’esercito sudanese in un’area del Darfur chiamata Jebel Marra. Alla fine di settembre Amnesty aveva diffuso un rapporto (‘Scorched Earth, poisoned air: Credible evidence of children killed and maimed by horrific chemical weapons attacks in Darfur’) sostenendo con prove fotografiche, video e testimonianze raccolte a distanza che la zona era stata sottoposta a continui attacchi a da gennaio e settembre, inclusi attacchi con armi chimiche.
In una nota, il governo sudanese smentisce le accuse sull’uso di armi chimiche, ricorda la presenza nell’area di una missione delle Nazioni Unite (Unamid) e sostiene che le testimonianze raccolte da Amnesty sono state fornite da elementi del Sudan Liberation Army/Abdul Wahid, l’unico gruppo armato del Darfur che finora non ha aderito al processo di pace attualmente in corso.
Nella nota del governo si fa riferimento a un comunicato stampa diffuso il 10 ottobre da Unamid. Nel comunicato, Unamid ammette di non aver avuto accesso alla zona di Jebel Marra in cui il confronto fra ribelli e governativi è ancora aperto a causa dei divieti imposti da entrambi i belligeranti, ricorda inoltre che investigare sull’uso di armi chimiche non rientra nel proprio mandato. Ciononostante a Unamid, si legge, è stato chiesto di fare luce sulle denunce di Amnesty International e i fatti sono i seguenti: “Nonostante la presenza di 20.000 persone all’interno della missione in Darfur, non è stato registrato alcun caso di uso di armi chimiche; nessun sfollato si è presentato in un centro sanitario Unamid con ferite da arma chimica; Amnesty non ha telefonato a nessuno dei 20.000 componenti la missione, alcuni dei quali si trovano a Sortony e Nertiti, a breve distanza da posti in cui si sostiene siano state utilizzate armi chimiche; nessun leader di gruppi ribelli in Darfur ha denunciato a noi l’uso di armi chimiche nel corso delle varie riunioni tenute a gennaio, aprile, maggio, luglio, agosto e settembre di quest’anno”.
Sulla questione si è espresso lo scorso sabato anche il presidente Omar Hassan al-Bashir che ha definito le accuse di Amnesty “bugie” smentendo il contenuto delle cento pagine del rapporto a cui ha lavorato l’organizzazione non governativa. © Riproduzione riservata
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