di: Redazione | 1 Ottobre 2014
“La presenza di così tante aziende in questa sala testimonia quanto si sia concretizzato un grande interesse per l’Africa. E testimonia allo stesso tempo come sia importante fare sistema perché se l’Africa è un continente ricco di opportunità è anche un continente complesso che ha bisogno di un approccio di studio e di sostegno”.
Così l’onorevole Lia Quartapelle, segretario della Commissione Esteri della Camera nonché relatrice della nuova Legge sulla Cooperazione e studiosa di Africa sub-sahariana, ha aperto i lavori dell’incontro “Direzione Africa: strumenti finanziari di nuova generazione per le imprese italiane” organizzato da Confindustria Assafrica & Mediterraneo, l’associazione confindustriale che riunisce e sostiene le aziende che operano nel continente africano.
Oltre alla Quartapelle, di fronte ad alcune decine di imprese (grandi e medie) e consorzi, sono intervenuti rappresentanti di SACE e SIMEST – i due soggetti del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti (CDP) deputati a sostenere le imprese nell’internazionalizzazione – e rappresentanti del Ministero degli Esteri.
La parte iniziale dei lavori è stata interamente dedicata alla presentazione delle principali novità della legge sulla Cooperazione allo Sviluppo approvata quest’estate e che sostituisce il testo precedente fermo al 1987.
“Questa nuova legge della cooperazione è una riforma di sistema completa. Per la prima volta il settore privato diventa a tutti gli effetti parte integrante della cooperazione allo sviluppo, mentre quest’ultima si trasforma e da obbligo caritatevole diventa impegno al co-sviluppo dei paesi” spiega la Quartapelle, aggiungendo che unire l’interesse privato e quello della cooperazione è il senso stesso di fare una “cooperazione di sistema” e la nuova legge “per la prima volta tiene insieme tutti gli attori della cooperazione, profit e no profit”.
Tra le novità seguite con più attenzione quelle relative all’Istituzione di una Banca per lo Sviluppo, che coinvolgerà in maniera diretta Cassa depositi e prestiti, una volta sottoscritta una convenzione col Ministero degli Esteri e della Cooperazione. Strumenti finanziari principali di questo nuovo soggetto saranno il cosiddetto Blending (con lo scopo principale di favorire un effetto leva tra capitali pubblici e privati) e il Fondo Rotativo, che permetterà di usare CDP per interventi nella realizzazione di imprese miste nei paesi in via di Sviluppo.
Sace, Simest, MAE
Archiviata la presentazione della nuova legge sulla cooperazione, sulla quale sono riposte grandi speranze e aspettative da parte di tutti i soggetti interessati, è stata poi la volta della presentazione degli strumenti assicurativi messi a disposizione da SACE.
Ai primi di settembre il gruppo assicurativo finanziario di CDP aveva fatto sapere che gli impegni di SACE in Africa sub-sahariana, oggi pari a 600 milioni di euro, sono aumentati del 77% in un anno. L’Africa nel suo complesso pesa, però, solo per il 2% (per un importo di circa 1,6 miliardi di euro) sul portafoglio globale del gruppo, con pochi paesi che fanno la parte del leone.
Tuttavia, hanno sottolineato Camilla Cionini Visani e Luca Moneta di SACE, il recente lancio di Frontiers (il cui primo numero è stato dedicato proprio ad alcuni paesi dell’Africa sub-sahariana definiti non “tra i soliti noti”) e altre pubblicazioni realizzate dal centro studi dell’istituto dimostrano rinnovato interesse verso il Continente.
Carlo de Simone di SIMEST ha invece iniziato il suo intervento ricordando le ottime prestazioni degli ultimi dieci anni fatte registrare dalle economie di alcuni paesi africani, sottolineando che a fronte delle “potenzialità attuali, l’Africa può contare su un futuro che appare ancora più roseo”.
Dopo aver presentato alcuni degli strumenti più classici con cui SIMEST affianca da anni la crescita sui mercati esteri delle imprese italiane, de Simone ha poi annunciato due nuove misure di sostegno particolarmente apprezzate dai partecipanti: da un lato la patrimonializzazione delle PMI e dall’altro un contributo per la prima partecipazione a una Mostra o una Fiera in Africa (e più in generale in tutti paesi extra-UE).
Anche il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha poi presentato gli strumenti finanziari (dal credito di aiuto al blending) di sostegno alle imprese che intendono andare in Africa possibili grazie alla legge sulla Cooperazione.
Imprese chiedono rapidità e semplicità
“Le imprese vedono queste montagne di soldi, ma poi quando si avvicinano non riescono mai a prenderle” ha detto con ironia il Direttore Generale di Assafrica e Mediterraneo, Pierluigi D’Agata, prima di passare la parola alle aziende presenti in sala per le domande.
E le imprese hanno chiesto alle Istituzioni presenti, con toni e termini diversi, tutte la stessa cosa: semplicità, rapidità, chiarezza e praticità.
L’impressione tratta dagli interventi è che le procedure burocratiche, i tempi di ottenimento di una risposta, i criteri di selezione, le modalità di accesso ai prestiti penalizzino in modo particolare o risultino particolarmente complesse per le piccole e medie e imprese.
Difficoltà e complessità che spesso, è emerso, possono arrivare a scoraggiare il ricorso a tali strumenti, soprattutto da parte delle PMI.
La necessità di informare maggiormente le aziende sull’esistenza stessa di questi strumenti e sulle modalità per accedervi e l’impegno a farlo è stata espressa sia da rappresentanti del Ministero degli Esteri, che proprio a questo scopo hanno avviato convegni itineranti in giro per l’Italia, sia dalla stessa Assafrica & Mediterraneo, che ha ricordato il proprio ruolo di ponte tra le realtà aziendali e i sistemi istituzionali.
Come ha sottolineato Giovannangelo Montecchi Palazzi, presidente del Comitato Scientifico di Assafrica, “l’80-90% delle operazioni italiane all’estero sono costituite da esportazioni a breve termine. La necessità quindi è quella di elaborare strumenti semplici e rapidi” .
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