di: Redazione | 1 Giugno 2022
L’Etiopia ha ridotto i volumi di importazione nel porto di Gibuti. Secondo quanto annunciato dalle autorità etiopi, il volume delle importazioni dell’Etiopia dal porto di Gibuti è diminuito del 14,62% e si è spostato verso nuove sedi portuali tra i quali Tadjoura, Berbera e Moyale. La nuova strategia ha ridotto la congestione lungo la rotta Addis Abeba e Gibuti.
Negli ultimi dieci mesi, secondo il ministero dei Trasporti e della Logistica etiope, l’86% delle importazioni dell’Etiopia è passato attraverso il porto di Gibuti, il 9,16% tramite Tadjoura, il 5% Berbera e lo 0,02% Moyale. Il porto di Berbera è stato finora utilizzato solo per il Programma alimentare mondiale e per carichi sfusi. Secondo il governo etiope, però, Gibuti, che ha oltre sette scali principali, è più costoso di Port Sudan, Massaua, Assab, Berbera, Mogadiscio, Mombasa, Tanzania e Mozambico. Per abbassare i costi, è quindi necessario utilizzare altri scali.
Proprio per questo motivo, l’Etiopia sta costruendo una strada che porta al porto di Berbera, in Somaliland, e sta potenziando le relazioni con Port Sudan e Lamu, in Kenya. Tuttavia, Kasahun Aberu, direttore di Akakas Logistics Plc, ha affermato che ci sono colli di bottiglia nella diversificazione portuale. “La diversificazione del porto è altamente raccomandata perché può ridurre l’elevata spesa per l’utilizzo di Gibuti. Tuttavia, altre nuove rotte verso i porti di recente accesso mancano di servizi per i mercantili e i fornitori di servizi di trasporto. Queste nuove rotte mancano di stazioni di rifornimento, magazzini e negozi di pezzi di ricambio per camion, deposito e altri servizi, compresi i servizi doganali”, ha affermato Kassahun che ha aggiunto: “Se lasciamo Gibuti per Berbera, non avremo accesso a servizi stradali come distributori di benzina e officine”. [Da Redazione InfoAfrica]© Riproduzione riservata
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