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Italia-Angola: tutto esaurito al Business Forum di Torino

di: Redazione | 9 Aprile 2014

TORINO – “Vogliamo cambiare il quadro della nostra economia. Vogliamo diversificare le produzioni e per fare questo vogliamo la vostra collaborazione”: a dirlo, di fronte a una sala affollata oltre ogni previsione di imprenditori italiani ed angolani, è stato il ministro dell’Economia dell’Angola, Abrahão Gourge.

Prendendo la parola durante l’apertura dell’Angola Business Forum – l’iniziativa organizzata ieri a Torino in collaborazione con l’Ambasciata dell’Angola, l’Unione Industriale di Torino e Assafrica, la Città di Torino, Ministeri Affari Esteri e Sviluppo Economico –  il ministro ha sottolineato quelli che definisce alcuni dei punti forti del paese: “stabilità politica, finanziaria, regole del gioco chiare e definite, ruolo dello Stato nel sovrintendere politiche economiche che sono anche politiche di sviluppo, ma grande fiducia e impulso al ruolo del settore privato”.

Poco prima il ministro aveva snocciolato i dati del successo economico angolano, che giocano un ruolo fondamentale nell’innegabile attrattiva che il paese lusofono esercita sempre più su un crescente numero di aziende italiane.

E infatti all’incontro di ieri erano presenti decine di aziende piemontesi, e non solo, attive nei settori energia e acqua, agro-industria e agro-alimentare, infrastruttura, logistica e trasporto, hotel, servizi e turismo, industria estrattiva e mineraria. Non inferiore l’interesse degli angolani verso l’Italia, al punto che tra gli oltre 100 componenti della delegazione angolana a fianco delle numerose aziende figuravano alti rappresentanti dei Ministeri di Economia, Energia e Acque, Agricoltura, Industria, Trasporti, Geologia e Miniere, Turismo, ma anche di Associazioni Imprenditoriali, Camere di Commercio e Banche.

“La crescita nel 2013 – secondo le stime – è stata del5,1%, con un’espansione moderata del settore petrolifero e una crescita del 7% del settore non petrolifero” ha precisato il ministro Gourge, evidenziando che alcuni settori hanno conosciuto lo scorso anno un vero boom, come nel caso di agricoltura e industria di trasformazione cresciute di circa il 10% ciascuno.

“L’Angola ha ottime prospettive per il futuro e rappresenta sempre più un mercato interessante di investimenti per il mercato interno e internazionale” ha aggiunto ancora il titolare dell’economia di Luanda, invitando più volte le aziende italiane a intrattenere partnership con il settore privato angolano.

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Alle parole del ministro hanno fatto eco quelle  Vice Ministro dello Sviluppo Economico italiano, Carlo Calenda: “L’Italia può essere un partner dell’Angola a 360 gradi, dal manifatturiero fino all’estremo lusso” ha detto Calenda, annunciando una serie di passi con cui rafforzare le relazioni tra l’Italia e l’Angola, un mercato, insieme a quello della SADC (Comunità di Sviluppo dell’Africa australe, ndr), strategico negli anni a venire.

Dopo aver ripetutamente sottolineato la necessità di “andare tutti insieme” e non sparpagliati con missioni regionali, settoriali etc…Calenda ha citato ICE, Simest e Sace come altri strumenti fondamentali per la creazione di un rapporto stretto e costante con l’Angola e ha annunciato l’apertura di un ufficio ICE a Luanda entro l’attività, oltre a una serie di missioni (prima politica e poi di sistema) a concludere una serie di attività che dovrebbero sancire l’avvio di relazioni economiche più strette e nuove tra Italia e Angola.

In conclusione Calenda ha rivolto l’attenzione alle piccole e medie aziende italiane. “Le grandi aziende italiane sono già in Angola e dovrebbero coinvolgere di più le più piccole” ha aggiunto il vice-ministro prima di rivolgersi direttamente alle istituzioni angolane presenti e dire:” Ma a voi angolani dico. Anche voi dovete aiutare le piccole e medie imprese italiane. Perchè queste imprese sono gioielli, ma gioielli fragili”.

I lavori dell’Angola Business Forum di Torino sono proseguiti poi con sei diversi tavoli tematici e un pomeriggio fitto di incontri B2B (Business to Business) tra aziende italiane e istituzioni e aziende angolane.

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