di: Redazione | 9 Settembre 2016
Una legge contro la pesca illegale in acque keniane è stata firmata dal presidente Uhuru Kenyatta e consentirà ora alla marina di rafforzare i propri presidi attorno alla Zone economica esclusiva di 200 miglia nautiche che fa capo al Paese dell’Africa orientale.
La legge, ‘Fisheries Management Develolpment Bill’, è stata firmata alcuni giorni dopo pesanti dichiarazioni dello stesso Kenyatta sulla presenza di navigli stranieri che pescano illegalmente nelle acque dell’Oceano Indiano. La legge dispone l’istituzione del Kenya Fisheries Advisory Council e tocca vari altri aspetti tra cui la conservazione, la gestione e lo sviluppo delle riserve ittiche.
La legge ha varie corrispondenze con ‘Fish Trade’, un progetto finanziato dalla Commissione Europea e dal Nepad che è stato lanciato nel 2015 con l’obiettivo di rafforzare l’industria ittica in Africa migliorando l’accesso ai mercati regionali e così facendo garantendo la sicurezza alimentare e la sicurezza di un reddito delle comunità di pescatori.
Il Kenya, secondo osservazioni fatte dallo stesso Kenyatta, perse ogni anno 10 miliardi di scellini keniani a causa della pesca illegale; una pratica che ha conseguenze negative anche sugli ecosistemi marini. Se ben gestita, la pesca può creare impiego e fornire mezzi di sussistenza per milioni di keniani. Attualmente il settore vede una forte partecipazione femminile, fatto che ha aumentato il grado di indipendenza economica di queste ultime a beneficio delle rispettive famiglie con riflessi positivi sull’educazione dei bambini e sulla sicurezza alimentare. [MS] © Riproduzione riservata
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