di: Redazione | 16 Marzo 2015
ANGOLA – Il governo di Luanda ha ritirato una licenza esplorativa per un blocco petrolifero offshore assegnato a un consorzio guidato dalla compagnia brasiliana Petrobras.
Lo si apprende dai media lusofoni, citando un decreto esecutivo del ministero del Petrolio angolano in cui viene ricordato come il termine per la fase iniziale di ricerca presso il blocco era lo scorso 30 novembre.
Lo stesso decreto non indica se il consorzio – in cui Petrobras detiene il 40% delle quote, l’angolana Sonangol e la sua controllata di Hong Kong China Sonangol detengono rispettivamente il 30 e il 20%, mentre la compagnia locale Initial Oil&Gas ne controllava il 10% – ha chiesto di proseguire ulteriormente le attività.
Il blocco in questione – 6/06, situato poco al largo delle coste angolane antistanti del bacino di KWanza – aveva già fatto notizia lo scorso dicembre, quando il governo angolano aveva escluso la canadese Falcon Oil dalla partecipazione al consorzio esplorativo per inadempienza finanziaria.
In base a quel che viene specificato nel decreto di revoca della concessione, Sonangol dovrebbe riprendere il controllo del blocco, che torna a far parte del patrimonio pubblico in seguito all’estinzione della concessione.
Proprio in queste settimane il gruppo petrolifero brasiliano Petrobras è al centro, in patria, di un gigantesco scandalo di corruzione che sta sollevando ondate di proteste. Nel fine settimana (clicca qui per saperne di più) centinaia di migliaia di persone sono scese in strada per dimostrare contro la presidente Dilma Rousseff, accusata di presunte complicità o responsabilità nello scandalo.
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