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Presidente Mattarella in Etiopia: dai migranti al terrorismo, passando per l’economia e la cultura

di: Redazione | 15 Marzo 2016

ETIOPIA – (Da Addis Abeba) Migranti, terrorismo ed estremismo violento, politica strategica continentale e regionale, ma anche economia e cooperazione più stretta sul fronte culturale e dell’istruzione: sono i temi che ieri sono stati al centro degli incontri che hanno caratterizzato l’agenda del primo giorno della visita ufficiale in Etiopia del presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella.
La mattina è iniziata con una cerimonia tenuta al Palazzo Presidenziale di Addis Abeba dove Mattarella ha ricevuto gli onori militari dal presidente della Repubblica federale etiope Mulatu Teshome.
Durante l’incontro tra le delegazioni, il presidente etiopico ha espresso la propria soddisfazione per il fatto che l’Etiopia sia stato il primo paese dell’Africa Sub-Sahariana visitato dal capo di Stato italiano. Una scelta, ha risposto il presidente Mattarella, che non è casuale dal momento che l’Italia riconosce l’importanza che il paese ha nella regione e nel Continente.
Un ruolo, e questo aspetto è tornato varie volte in tutti gli incontri di ieri, che vede l’Etiopia impegnato come mediatore in molti dei conflitti del continente e l’esercito etiopico tra i principali contributori alle missione di peacekeeping in terra africana.
Il presidente italiano ha ripetutamente ricordato come l’Etiopia, nonostante le proprie difficoltà, accolga centinaia di migliaia di rifugiati provenienti dalle crisi della regione.
“L’Etiopia – ha detto Mattarella incontrando i giornalisti – accoglie, nei vari campi profughi, 800.000 rifugiati, malgrado le conseguenze climatiche di El Nino che qui hanno provocato una grave siccità. Malgrado questa difficoltà c’è questa forte accoglienza”.
Sullo stesso tema è intervenuto anche il Primo Ministro etiope, Hailemariam Desalegn, che il presidente Mattarella ha incontrato verso le 11:30, il quale se da un lato ha ribadito come il suo paese farà il possibile per dare accoglienza dall’altro ha chiesto maggiore sostegno alla comunità internazionale soprattutto nel contrastare le cause che sono alla radice tanto del fenomeno migratorio quanto di quello terroristico.
Altrimenti, ha detto Hailemariam Desalegn, “è come tentare di svuotare dall’acqua una buca fatta davanti al mare. Tu la svuoti ma presto tornerà a riempirsi”.
Tra queste radici comuni, citate dal premier etiope durante il suo colloquio con Mattarella, ci sono la necessità di coinvolgere nel dialogo ed aprire alla democrazia tutti i paesi della regione (anche per evitare interferenze di paesi esterni al continente), ma anche quelle di affrontare la questione dello sviluppo economico del continente.
“Quando le persone sono disperate accettano qualsiasi rischio e non hanno paura di nulla: sia di attraversare il mare sia del terrorismo” ha ribadito Desalegn.
“Abbiamo parlato di quanto avvenuto in Costa d’Avorio ribadendo l’esigenza di contrastare il terrorismo e l’estremismo violento. E l’Etiopia in questo è in prima linea” ha detto Mattarella.
“I principi a cui si ispira la comunità internazionale coincidono con quelli a cui si ispira l’Italia. Lotta al terrorismo e fenomeno migratorio vanno affrontati in maniera responsabile. E per farlo è necessario promuovere sviluppo e pacificazione”, ha detto ancora il presidente della Repubblica italiana.
Il capo di Stato italiano ha convenuto quindi che collaborazione economica e culturale contribuiscono alla soluzione del problema del fenomeno migratorio, ma anche a quello del terrorismo, sottolineando come in assenza di un centro – “nel mondo oggi ci sono stati centri, non esiste più un centro” ha detto parlando ai giornalisti – problemi della portata di quelli discussi non si risolvono con soluzioni nazionali ma con approcci multilaterali e globali”.

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