di: Redazione | 29 Maggio 2019
La legge che impone una tassa in Sudafrica sulle emissioni di biossido carbonio nell’atmosfera è stata promulgata dal presidente Cyril Ramaphosa. L’entrata in vigore della legge, approvata a febbraio dal Parlamento, è prevista per il ° giugno.
L’idea della legge esiste sulla carta dal 2010 ma la pressione delle grandi aziende, operatori inquinanti, tra cui le multinazionali dell’industria estrattiva, aveva ritardato la sua attuazione. Persino la compagnia nazionale d’elettricità Eskom, la cui produzione dipende essenzialmente dal carbonio ed è di conseguenza uno degli attori più inquinanti, aveva contestato il provvedimento e minacciato di aumentare i prezzi.
D’ora in poi, le aziende che superano la soglia di emissioni di carbonio saranno soggette al pagamento di una tassa da 120 rand, pari a circa 7,4 euro, per ogni tonnellata di emissioni in eccesso. Dal 2022 la tassa evolverà in base al tasso d’inflazione.
“Il cambiamento climatico rappresenta una delle più grandi sfide alle quali è confrontata la specie umana e l’obiettivo primordiale della carbon tax è quello di ridurre le emissioni di gas serra in maniera sostenibile”, ha chiarito il ministero del Tesoro in un comunicato.
Il Sudafrica, una delle economie più potenti del continente africano ma anche una delle più inquinanti, ha aderito all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, impegnandosi a ridurre i gas serra del 42% entro il 2025.
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