di: Redazione | 17 Marzo 2015
SUDAFRICA – La multinazionale dell’energia anglo-olandese Royal Dutch Shell ha reso noto di volersi ritirare dai progetti per l’esplorazione e lo sfruttamento del gas di scisto (o shale-gas) avviati in Sudafrica a causa dei continui rinvii sull’approvazione di una legislazione in merito da parte del governo di Pretoria.
A segnalarlo sono i media locali, dando notizia della riassegnazione ad altro incarico del principale responsabile della compagnia per lo sviluppo dei progetti per il gas di scisto, Jan-Willem Eggink, che era stato inviato in Sudafrica per valutare le opportunità d’investimento nel settore.
Attualmente Shell era attiva prevalentemente in attività di esplorazione attraverso tecniche della fratturazione idraulica o idrofratturazione (fracking) nella regione del Karoo, zona arida dell’entroterra sudafricano, dove avrebbe già speso almeno 200 milioni di euro.
In base a quel che viene reso noto da Shell, la decisione di ritirarsi dai progetti legati allo sfruttamento del gas di scisto sarebbe legata alla revisione delle attività della compagnia in seguito al drastico calo dei prezzi del greggio sui mercati internazionali, aggiungendo di attendere maggiore chiarezza da parte del governo sudafricano sul legislazione e regolamenti tecnici.
“Dovessero essere approvati termini commerciali attraenti, il progetto di Karoo potrebbe rivelarsi conveniente all’interno del portafoglio globale delle attività di Shell per quel che riguarda il gas di scisto e il petrolio – si legge in un comunicato diffuso dalla società – Nel frattempo continueremo le consultazioni con il governo per le opportunità a lungo termine in questo settore”.
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