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Vertice Italia-Africa: il futuro è adesso

di: Redazione | 29 Gennaio 2024

A novembre, a Marrakech si è tenuto l’Africa Investment Forum e ci ha colpito una frase pronunciata a gran voce dall’ottimista (così lui stesso ama definirsi) presidente della Banca africana di sviluppo (AfDB), Akinwumi Adesina. Nel corso del suo primo intervento, quello di apertura di questa piattaforma pensata per collegare investitori, finanziatori e singoli Paesi, Adesina ha detto a un certo punto, in rapida successione, «Il futuro è in Africa, il futuro è qui, il futuro è adesso». Dicendo queste parole, Adesina citava quei grandi trend di cui spesso abbiamo parlato in queste pagine: crescita della popolazione, più commercio interno, industrializzazione, urbanizzazione. In effetti, il continente che usavamo definire “del futuro” pare proprio diventato il continente in cui “il futuro è adesso”. Per due motivi. Il primo è che è stata superata almeno una parte di quegli stereoptipi su cui, fino a un decennio fa, l’immagine del continente era ancora ferma e bloccata. L’Africa che iniziavamo a vedere nei nostri viaggi non combaciava con quella che veniva raccontata in Italia. C’è stato quindi uno sforzo per raccontare l’altra faccia della luna, quella di un continente sicuramente più complesso, dinamico, con le sue problematiche e le sue economie in pieno sviluppo, la sua fantasia e la sua ricchezza umana, la sua pace e i suoi conflitti. Benché ci sia ancora strada da fare, una parte importante di questo percorso è stata fatta. E una risposta positiva a questa sollecitazione è stata data anche dal mondo economico e politico.

Il secondo motivo che spinge a dire che “il futuro è adesso” ci viene da numeri. E citiamo di nuovo Adesina. L’Africa ha le maggiori fonti di energia rinnovabile al mondo, compresi l’idroelettrico e il solare. È la seconda regione a più rapida crescita dopo l’Asia. La popolazione africana raggiungerà i 2,5 miliardi di individui entro il 2050, quando il continente ospiterà il 25% della popolazione mondiale. Con una popolazione giovanile di 477 milioni di persone di età compresa tra i 15 e i 25 anni, l’Africa sarà la chiave per fornire forza lavoro globale. La dimensione del mercato alimentare e agricolo continentale varrà mille miliardi di dollari entro il 2030, tra poco più di una manciata di anni. Insomma, sembrano motivi sufficienti per dire che il futuro è adesso.

Questo non significa però che non ci siano sfide. Quelle ci sono sempre, sono dietro l’angolo e riguardano tutti. La questione climatica e della transizione energetica è di rilevanza globale. Così come anche la grande questione dello sviluppo pieno del continente. Né si può far finta che i conflitti non ci siano e che non ci siano spinte forti per un nuovo ordine mondiale, diverso da quello in cui abbiamo vissuto finora. Ecco perché servono bussole valide, oggi come in passato, per stabilire una rotta ed equipaggiarsi con gli strumenti giusti. E servono incontri come quello in programma questo fine gennaio a Roma dove capi di Stato e di governo, ministri e altre autorità hanno risposto dal continente all’invito del governo italiano, che sfrutterà l’occasione per presentare il Piano Mattei ovvero il piano di collaborazione strategica che l’Italia vorrebbe costruire insieme ai Paesi africani.  

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