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Zimbabwe: open for business

di: Redazione | 27 Dicembre 2018

ZIMBABWE – Difficile trovare in Africa australe un Paese più pronto a ricevere investimenti, e investitori, dello Zimbabwe. Chi è abituato a fare affari lo sa bene: è proprio laddove gli sforzi da fare sono più intensi che si annidano le opportunità più importanti e lo Zimbabwe di oggi ne è la dimostrazione lampante. Dopo la crisi economica del 2016 e dopo un’era politica durata ben 38 anni, lo Zimbabwe, dove l’età media è 19 anni, è oggi più pronto che mai ad aprirsi al mondo.
Il nuovo governo dovrà lavorare molto per risolvere le tante questioni politiche ed economiche legate al sistema di potere piramidale ereditato da Robert Mugabe, ma sembra essere matura e piena la consapevolezza che è ‘la credibilità’ a essere il principale attrattore di capitali stranieri. Questa ricerca di credibilità, unita a un sistema di infrastrutture stradali superiore, in termini qualitativi, alla maggior parte delle nazioni africane, a un ottimo livello di sicurezza e alla sostanziale ‘vicinanza’ culturale tra europei e zimbabwani, che si formano in un sistema scolastico anglosassone e anglofono, può essere un volano importante per gli investitori. Certo non basta: tutto starà a come la Seconda Repubblica deciderà di strutturarsi e di ammodernarsi, in termini legislativi e finanziari.
L’obiettivo dichiarato è “sviluppare e modernizzare” l’economia. Il mantra “Zimbabwe is open for business” è una formula magica conosciuta da tutti, dai facchini dell’aeroporto di Harare al presidente, ma anche se ripetuto continuamente è ovvio che questo slogan, seppur efficace, non basterà a convincere gli investitori. Il sistema bancario ha bisogno di attirare liquidità, attualmente non è possibile prelevare ai bancomat più di 50 dollari al giorno, ma le tecnologie e i pagamenti digitali sembrano essere la soluzione migliore alla crisi economica: i consumi sono in crescita e secondo l’agenzia di venture capitalist più importante del Paese, MyGrowthFund, oggi l’80% delle transazioni vengono processate digitalmente tramite applicazioni per cellulari.
Non è un dettaglio, perché ciò rende le transazioni tracciabili e risolve, almeno in parte, l’annoso problema della corruzione, soprattutto nel settore pubblico. E non è l’unica buona notizia. Oltre agli investimenti, lo Zimbabwe si dimostra interessante soprattutto per gli investitori: alto tasso di scolarizzazione e basso tasso di criminalità, alta sicurezza alimentare, forza lavoro qualificata, capacità di pensare e realizzare soluzioni parziali ed efficaci ai problemi quotidiani.
Lo Zimbabwe è veramente aperto a investimenti e investitori. È il sistema Zimbabwe che deve svilupparsi, aprirsi, mostrarsi credibile: gli sforzi della politica, a poche settimane dall’insediamento del nuovo governo, sembrano andare proprio in questa direzione. Se l’ex granaio d’Africa riuscisse in questa ambiziosa operazione di ammodernamento legislativo, economico e finanziario non è difficile immaginare che, grazie alla sua privilegiata posizione geografica, possa divenire uno dei motori economici dell’Africa australe. [Andrea Spinelli Barrile]
 
Per un approfondimento sullo Zimbabwe può essere utile la lettura del numero di Africa e Affari dedicato a questo Paese dell’Africa Australe. Clicca qui per i dettagli. 

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