di: Redazione | 7 Ottobre 2021
“Il ruolo di ERFAN è quello di creare legami tra Africa e Italia nella ricerca e nel progresso delle scienze veterinarie attraverso l’approccio One Health, promuovendo un’azione coordinata per la salute umana e animale e la protezione dell’ambiente e favorire lo sviluppo di politiche sulla salute pubblica”: con queste parole, il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (IZSAM), Nicola D’Alterio, ha aperto il lavori della Prima Assemblea Generale ERFAN (Enhancing Research for African Network), la rete di istituzioni veterinarie africane che proprio a Teramo ha il suo segretariato e che coinvolge altri 7 istituti zooprofilattici italiani dal Piemonte alla Sicilia.
L’incontro che si è svolto lunedì 4 ottobre nella Sala Capitolare del convento di Santa Maria sopra Minerva del Senato della Repubblica italiana ha illustrato le attività passate e future di ERFAN, condividendo le sinergie su una piattaforma preziosa che aiuti a colmare il divario tra interessi scientifici e priorità politiche.
L’incontro ha visto la partecipazione mista, sia in presenza che in videoconferenza, del Direttore Generale dell’Organizzazione per la Sanità animale (OIE), Monique Eloit, del responsabile della Direzione Generale per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo della Commissione Europea Leonard Mizzi, del Direttore Generale dei Servizi Veterinari del Ministero della Salute italiano Pierdavide Lecchini e di Laura Aghilarre della Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del MAECI, oltre che di funzionari e dirigenti dei servizi veterinari di una ventina di paesi africani.
In un messaggio inviato per la riunione, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, ha sottolineato che: “La pandemia ha evidenziato la connessione tra la salute di esseri umani, animali ed ecosistemi e la necessità di un approccio multilaterale per affrontare le sfide sanitarie globali”.
Il tema dell’importanza del concetto di One Health e quello del sostegno alla Ricerca è ritornato in molti degli interventi. Particolarmente incisivo l’appello di Leonard Mizzi, che, elogiando il positivo esempio dell’ERFAN ha chiesto a organismi nazionali e sovranazionali di convergere e utilizzare questa piattaforma per le loro azioni future.
Ad illustrare il lavoro fatto in questi anni di attività, è stato Massimo Scacchia, il coordinatore di ERFAN, il quale ha elencato le decine di attività svolte in tutto il continente, sottolineando l’importanza della condivisione e del lavoro di squadra, senza approcci di “colonialismo scientifico”.
“Fare rete, scambiarsi conoscenze e buone pratiche significa – ha detto Massimo Scacchia – ad esempio, esportare e importare alimenti sicuri attraverso controlli accurati che spesso singoli Paesi africani non riescono a garantire. Significa permettere ai poli di eccellenza africani di acquisire lo status di Laboratorio di Referenza OIE, attraverso la formazione, il trasferimento di tecnologia e il rafforzamento delle capacità mediante programmi di ricerca. Non si tratta di colonialismo scientifico ma di un approccio etico inclusivo, di reciprocità, scambio e collaborazione paritaria. ERFAN è strutturato in diversi gruppi di lavoro incentrati su specifiche tematiche sanitarie e oggi include ben 34 partner di 18 Paesi”.
Per approfondire il mondo della cooperazione allo sviluppo, https://www.africaeaffari.it/rivista/il-dividendo-della-cooperazione .[Da Redazione InfoAfrica]© Riproduzione riservata