di: Redazione | 16 Marzo 2023
In Ghana, la questione dell’estrazione artigianale illegale di minerali, specialmente di oro (un’attività in Ghana nota come galamsey), è un grattacapo per il governo. Ogni anno, sempre più ghanesi che vivono al di sotto della soglia di povertà entrano in questo business e secondo i dati riportati da diversi anni dai media locali, circa un milione di ghanesi pratica questa pratica che farebbe vivere circa 4,5 milioni di persone ma provocherebbe perdite per diversi miliardi allo Stato.
Secondo il Cocoa board of Ghana (Cocobod), il galamsey sta diventando una seria minaccia per i rendimenti nel settore del cacao perché porta alla distruzione di vaste aree di foreste e piantagioni di cacao, all’inquinamento di fiumi e fonti d’acqua ed ha avuto un impatto negativo sulla produzione di cacao.
Secondo Cocobod, il fenomeno ha portato nel 2021 alla distruzione di oltre 19.000 ettari di piantagioni di cacao, l’equivalente del 2% del frutteto nazionale. Per la campagna 2021/2022, il galamsey è citato tra le principali cause dello scarso andamento del settore. Altro dato di Cocobod, riportato da vari media ghanesi, mostra che il fenomeno avrebbe fatto perdere 4,8 miliardi di cedi di investimenti (quasi 400 milioni di dollari) in 35 ettari di piantagioni di cacao a Boinso, nella regione occidentale.
Per ovviare al problema, lo Stato sta attuando una strategia basata sia sulla repressione che sulla proposta di mezzi di sussistenza alternativi alle persone che si dedicano a questa pratica, i cui risultati tardano a farsi sentire. Il Ghana è il secondo produttore mondiale di cacao dopo la Costa d’Avorio: il settore del cacao contribuisce per il 9% al suo prodotto interno lordo oltre a creare centinaia di migliaia di posti di lavoro. [Da Redazione InfoAfrica]
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